Al via la possibilità di presentare domanda di bonus di 550 euro per i lavoratori titolari, nel 2021 e nel 2022, di rapporti di lavoro part-time ciclico.
Lo chiarisce l’INPS con il Messaggio n. 3977/2023, pubblicato sul sito www.inps.it, con il quale in attuazione dell’art. 18 del “Decreto Anticipi”, prevede una estensione delle categorie interessate.
Chi può presentare domanda di bonus di 550 euro?
La richiesta può essere fatta dai lavoratori dipendenti di aziende private negli anni 2021 e 2022, titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico: part-time verticale, misto o orizzontale.
Le domande possono essere presentate, anche tramite il Patronato EPASA-ITACO, entro il 15 dicembre 2023.
Quali sono i requisiti richiesti?
Può presentare domanda il dipendente di azienda privata, titolare di rapporto di lavoro part-time ciclico, indipendentemente dalla natura dello stesso, purché negli anni 2021 e/o 2022, risulti una sospensione del rapporto di lavoro per almeno un mese in via continuativa e per un periodo complessivamente non inferiore a sette settimane e non superiore a venti settimane.
Restano esclusi i titolari di pensione diretta, di APE Sociale, di altro rapporto di lavoro dipendente diverso da quello a tempo parziale ciclico o di NASpI.
Per maggiori informazioni e per presentate domanda, trova la sede EPASA-ITACO a te più vicina.
Le imprese che hanno ricevuto dei contributi pubblici, per la normativa sulla trasparenza dei contributi pubblici, hanno l’obbligo di darne pubblicità.
Con la legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2017, modificata dal c.d. “Decreto Crescita”, è stato introdotto per i soggetti percettori l’obbligo di rendere trasparenti:
• le sovvenzioni,
• i sussidi,
• i vantaggi,
• i contributi
• gli aiuti,
in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria, di qualunque genere, ricevuti dalla Pubblica Amministrazione e dalle società in partecipazione pubblica o società controllate, direttamente o indirettamente, dalla Pubblica Amministrazione.
Di seguito l’elenco delle imprese che, per la normativa sulla trasparenza, pubblica i contributi pubblici ricevuti nel corso del 2022
3. CENTRO NAZIONALE ASSISTENZA FISCALE SRL
5. TIPOGRAFIA DELL’UNIVERSITA’ DI SINATRA CLAUDIO
L’avvento delle auto elettriche ha cambiato il lavoro degli autoriparatori e reso necessario un adeguamento delle competenze per migliaia di lavoratori del settore.
Si tratta di un comparto ampio che comprende meccanici, carrozzieri, gommisti, installatori, allestitori e impiantisti: lavoratori che stanno prendendo atto del cambio di passo che, in funzione della transizione ecologica, il nostro Paese si troverà ad affrontare.
Si avvicina, infatti, la data del 2035, termine ultimo per la produzione di auto diesel e a benzina che verranno sostituite completamente da veicoli elettrici.
Per non farsi trovare impreparati, occorre che il Governo si adoperi per un piano di accompagnamento e di sostegno per scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro. CNA Forlì-Cesena associa oltre 300 imprese del settore autoriparazione, per un totale di circa 1.400 addetti che, come in tutte le fasi di transizione, sono pronti impegnarsi per la loro riconversione professionale.
“Per far sì che questo accada – dichiara Daniele Benzoati, presidente CNA Servizi alla Comunità di Forlì-Cesena – si dovranno prevedere degli incentivi statali, anche sottoforma di voucher, per quanto riguarda il lavoro in sicurezza sui veicoli elettrici e ibridi (Pes-Pav) e l’acquisizione di ulteriori qualifiche attraverso percorsi di formazione semplificata”.
“Non è nostro compito, in questo momento, entrare nel merito della lunga e complessa vicenda che ha portato ieri il Consiglio dei ministri a revocare la concessione delle autostrade A24 e A24 al gruppo ‘Strada dei Parchi Spa’. Quel che ci interessa, invece, è che da questa ulteriore situazione di incertezza non abbiano a patire disagi gli utenti delle due arterie, a cominciare dal mondo dell’autotrasporto e dei pendolari”. Lo affermano in una nota la presidente di CNA Fita Abruzzo, Luciana Ferrone, e il coordinatore, William Facchinetti. “Occorrono garanzie, e subito, in ordine ai nodi della sicurezza e dei costi di percorrenza: la nuova gestione – sottolineano – deve fornire certezze sulla realizzazione al più presto degli interventi di messa in sicurezza, in agenda da anni, sui punti critici delle due autostrade e, nello stesso tempo, impegnarsi a non procedere ad aumenti dei pedaggi, un tema che negli ultimi anni è stato al centro di un inaccettabile e continuo braccio di ferro”.
Si è costituita la “Fondazione Expo Roma 2030” a supporto della candidatura di Roma ad ospitare l’Esposizione Universale nel 2030. La Fondazione, che sosterrà il Comitato promotore Istituzionale, è composta da CNA Roma, Unindustria, Coldiretti Roma, Confcommercio Roma, Federlazio, Ance Roma-ACER e Confesercenti, allo scopo di dimostrare il vivo interesse e la piena condivisione di un grande progetto da parte di tutto il sistema imprenditoriale della Città, contribuendo concretamente alla sfida della candidatura di Roma.
La Fondazione affiancherà attivamente le iniziative ed i progetti del Comitato Promotore, ma avrà anche lo scopo di promuovere autonomamente il valore dell’Expo presso le forze sociali e produttive del territorio regionale e nazionale, allargando il consenso della candidatura a tutta la società civile, della città e del Paese, perché questa rappresenta una grande occasione di rilancio e di crescita per l’intera Nazione.
La Fondazione Expo Roma 2030 parte con una dotazione economica di circa 1 milione di euro per dare seguito alle prime iniziative che saranno avviate nelle prossime settimane.
La Fondazione sarà aperta all’ingresso di tutte le imprese, grandi, multinazionali, medie e piccole che vorranno contribuire alla realizzazione di un sogno che proietterà la città finalmente in una dimensione di modernità e di centralità nello scenario internazionale. Gli investimenti e le ricadute per la realizzazione dell’evento porteranno sviluppo, innovazione, rigenerazione urbana, occupazione e una nuova immagine della Capitale d’Italia nel Mondo.
Il peggioramento del quadro macroeconomico registrato nei primi mesi dell’anno ha inciso a maggio sull’occupazione tra artigiani, micro e piccole imprese. A rilevarlo l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze del mercato del lavoro nelle piccole imprese fin dal 2014.
A maggio, per la verità, in questa tipologia di imprese l’andamento dell’occupazione è rimasto positivo: rispetto ad aprile l’occupazione è cresciuta dello 0,4 per cento, rispetto a maggio 2021 del 2,9 per cento. Ma il segmento ha comunque evidenziato un rallentamento nel ritmo di crescita: in confronto ad aprile il tasso di variazione congiunturale si è ridotto dallo 0,9 allo 0,4 per cento, in confronto a maggio 2021 dal 3,6 al 2,9 per cento.
Su questi dati ha influito in particolare l’andamento delle assunzioni, diminuite di 3,3 punti percentuali su base annua. Una riduzione che emerge dopo ben 14 mesi chiusi sempre con il segno positivo a due cifre e in un’occasione addirittura a tre cifre. Nell’ambito delle assunzioni, è interessante osservare che, mentre hanno chiuso in rosso tutti i tipi di rapporti contrattuali a termine, un evidente segno di crescita ha caratterizzato le assunzioni a tempo indeterminato (+24,1 per cento) che hanno riguardato però solo un quinto della platea complessiva.
È stata raggiunta l’intesa tra le parti sociali sull’aggiornamento dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro nel settore privato per il contrasto alla diffusione del Covid. Su invito del Governo il confronto tra le parti sociali ha rinnovato gli accordi precedenti.
In particolare è stata definita una soluzione equilibrata e improntata alla chiarezza sull’utilizzo dei dispositivi di protezione. Le mascherine tipo FFP2 rimangono un presidio importante per la tutela della salute ma sono obbligatorie solo dove specificato dalla normativa. Inoltre il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili.
CNA Fita Taxi insieme a Confartigianato Taxi e Sna Casartigiani Taxi esprime grande apprezzamento per le aperture del viceministro Teresa Bellanova alle istanze della categoria manifestate nel corso dell’incontro con le sigle di rappresentanza del settore. In particolare, per la volontà di riscrivere quasi compiutamente l’articolo 10 del Ddl Concorrenza.
La disponibilità del viceministro Bellanova a redigere un nuovo testo di questo articolo permetterebbe, infatti, di: rafforzare la tutela degli utenti; irrobustire la funzione integrativa e complementare degli autoservizi pubblici non di linea rispetto al Trasporto pubblico locale con l’obiettivo di creare nuove opportunità per gli operatori; mantenere la distinzione tra taxi e Ncc rispetto all’utenza di riferimento; introdurre una disciplina specifica delle attività delle piattaforme elettroniche; rinforzare le misure di prevenzione e contrasto dell’esercizio abusivo, anche tramite l’attuazione del Registro nazionale degli operatori e l’introduzione di targhe professionali; garantire la formazione professionale degli autisti e promuovere lo svolgimento dell’attività in forma associativa o cooperativa.
CNA Fita Taxi, insieme a Confartigianato Taxi e Sna Casartigiani Taxi, auspica, pertanto, che arrivi al più presto una nuova convocazione dal Governo per dare seguito e concretezza alle aperture del viceministro Bellanova e per ridisegnare in maniera convinta il settore del trasporto pubblico non di linea.
Si è tenuta lunedì 11 luglio, presso il Teatro 1 degli studi Cinematografici di Cinecittà a Roma, la XXIII edizione del Premio Internazionale Cinearti ‘La Chioma di Berenice’, promosso da CNA Benessere e Sanità e CNA Cinema e Audiovisivo e dedicato alla valorizzazione dell’opera dei maestri artigiani del cinema italiano.
Alla cerimonia di consegna presenti il presidente nazionale di CNA Dario Costantini, i presidenti di CNA Benessere e Sanità Massimiliano Peri e CNA Cinema e Audiovisivo Gianluca Curti, il presidente del Premio, Graziella Pera, il direttore artistico, Antonio Flamini, e molte personalità del cinema, della cultura e delle istituzioni, tra le quali il Senatore Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione cultura del Senato.
Nell’intervento di saluto, Costantini ha sottolineato che “non va mai data per scontata la vostra arte. Frutto di sacrifici, di formazione, di fantasia ed intelligenza” e non va mai data per scontata “l’importanza delle vostre mani e di quello che le vostre mani hanno fatto per renderci orgogliosi del nostro paese nel mondo. La CNA sarà sempre al vostro fianco, grata ed orgogliosa di voi”.
Alla serata, condotta da Carolina Rey e Roberto Ciufoli, hanno partecipato i membri di giuria, presieduta da Gianni Quaranta, e tutte le maestranze e gli artisti premiati.
Sono stati consegnati anche i premi alla carriera per Ninetto Davoli, Nancy Brilli, Pupi e Antonio Avati.
La premiazione è stata anche l’occasione per ricordare gli artisti che hanno reso grande il cinema italiano: Monica Vitti, Pier Paolo Pasolini, Carlo Lizzani e Mauro Bolognini, Adolfo Celi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi.
Il Reddito di cittadinanza, introdotto nel nostro ordinamento dal decreto legge n. 4/2019, è una misura volta a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale e, al tempo stesso, finalizzata all’inserimento lavorativo dei percettori.
Nel corso degli anni sono state numerose le denunce e le perplessità circa un utilizzo distorto della misura, che hanno indotto il Legislatore della legge di Bilancio 2022 ad apportare una serie di correttivi alla misura, con l’obiettivo di potenziare le leve di condizionalità a favore di un effettivo inserimento lavorativo.
Recentemente il Legislatore è tornato sul tema, prevedendo che le offerte congrue rivolte ai percettori di Reddito di cittadinanza – la cui mancata accettazione porta alla perdita del beneficio – possono pervenire direttamente dai datori di lavoro privati.
Si tratta di una misura positiva, che tenta di dare una risposta anche al problema della carenza di manodopera, fortemente presente in alcuni settori, e che rafforza la dimensione del Reddito di cittadinanza come uno strumento di politica attiva del lavoro.
Spetta ora al Ministero del Lavoro definire, con apposito decreto da adottare entro sessanta giorni, le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta congrua da parte dei datori di lavoro privati.