Autoriparatori,
l’allarme di CNA Forlì-Cesena
sul loro futuro a rischio

L’avvento delle auto elettriche ha cambiato il lavoro degli autoriparatori e reso necessario un adeguamento delle competenze per migliaia di lavoratori del settore.

Si tratta di un comparto ampio che comprende meccanici, carrozzieri, gommisti, installatori, allestitori e impiantisti: lavoratori che stanno prendendo atto del cambio di passo che, in funzione della transizione ecologica, il nostro Paese si troverà ad affrontare.

Si avvicina, infatti, la data del 2035, termine ultimo per la produzione di auto diesel e a benzina che verranno sostituite completamente da veicoli elettrici.

Per non farsi trovare impreparati, occorre che il Governo si adoperi per un piano di accompagnamento e di sostegno per scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro. CNA Forlì-Cesena associa oltre 300 imprese del settore autoriparazione, per un totale di circa 1.400 addetti che, come in tutte le fasi di transizione, sono pronti impegnarsi per la loro riconversione professionale.

“Per far sì che questo accada – dichiara Daniele Benzoati, presidente CNA Servizi alla Comunità di Forlì-Cesena – si dovranno prevedere degli incentivi statali, anche sottoforma di voucher, per quanto riguarda il lavoro in sicurezza sui veicoli elettrici e ibridi (Pes-Pav) e l’acquisizione di ulteriori qualifiche attraverso percorsi di formazione semplificata”.

Autostrade A24 e A25,
CNA Fita Abruzzo: “Servono garanzie
su sicurezza e pedaggi”

“Non è nostro compito, in questo momento, entrare nel merito della lunga e complessa vicenda che ha portato ieri il Consiglio dei ministri a revocare la concessione delle autostrade A24 e A24 al gruppo ‘Strada dei Parchi Spa’. Quel che ci interessa, invece, è che da questa ulteriore situazione di incertezza non abbiano a patire disagi gli utenti delle due arterie, a cominciare dal mondo dell’autotrasporto e dei pendolari”. Lo affermano in una nota la presidente di CNA Fita Abruzzo, Luciana Ferrone, e il coordinatore, William Facchinetti. “Occorrono garanzie, e subito, in ordine ai nodi della sicurezza e dei costi di percorrenza: la nuova gestione – sottolineano – deve fornire certezze sulla realizzazione al più presto degli interventi di messa in sicurezza, in agenda da anni, sui punti critici delle due autostrade e, nello stesso tempo, impegnarsi a non procedere ad aumenti dei pedaggi, un tema che negli ultimi anni è stato al centro di un inaccettabile e continuo braccio di ferro”.

EXPO 2030,
le imprese di Roma a sostegno
della candidatura

Si è costituita la “Fondazione Expo Roma 2030” a supporto della candidatura di Roma ad ospitare l’Esposizione Universale nel 2030. La Fondazione, che sosterrà il Comitato promotore Istituzionale, è composta da CNA Roma, Unindustria, Coldiretti Roma, Confcommercio Roma, Federlazio, Ance Roma-ACER e Confesercenti, allo scopo di dimostrare il vivo interesse e la piena condivisione di un grande progetto da parte di tutto il sistema imprenditoriale della Città, contribuendo concretamente alla sfida della candidatura di Roma.

La Fondazione affiancherà attivamente le iniziative ed i progetti del Comitato Promotore, ma avrà anche lo scopo di promuovere autonomamente il valore dell’Expo presso le forze sociali e produttive del territorio regionale e nazionale, allargando il consenso della candidatura a tutta la società civile, della città e del Paese, perché questa rappresenta una grande occasione di rilancio e di crescita per l’intera Nazione.

La Fondazione Expo Roma 2030 parte con una dotazione economica di circa 1 milione di euro per dare seguito alle prime iniziative che saranno avviate nelle prossime settimane.

La Fondazione sarà aperta all’ingresso di tutte le imprese, grandi, multinazionali, medie e piccole che vorranno contribuire alla realizzazione di un sogno che proietterà la città finalmente in una dimensione di modernità e di centralità nello scenario internazionale. Gli investimenti e le ricadute per la realizzazione dell’evento porteranno sviluppo, innovazione, rigenerazione urbana, occupazione e una nuova immagine della Capitale d’Italia nel Mondo.

Lavoro, a maggio
rallenta la crescita dell’occupazione
nelle piccole imprese

Il peggioramento del quadro macroeconomico registrato nei primi mesi dell’anno ha inciso a maggio sull’occupazione tra artigiani, micro e piccole imprese. A rilevarlo l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze del mercato del lavoro nelle piccole imprese fin dal 2014.

A maggio, per la verità, in questa tipologia di imprese l’andamento dell’occupazione è rimasto positivo: rispetto ad aprile l’occupazione è cresciuta dello 0,4 per cento, rispetto a maggio 2021 del 2,9 per cento. Ma il segmento ha comunque evidenziato un rallentamento nel ritmo di crescita: in confronto ad aprile il tasso di variazione congiunturale si è ridotto dallo 0,9 allo 0,4 per cento, in confronto a maggio 2021 dal 3,6 al 2,9 per cento.

Su questi dati ha influito in particolare l’andamento delle assunzioni, diminuite di 3,3 punti percentuali su base annua. Una riduzione che emerge dopo ben 14 mesi chiusi sempre con il segno positivo a due cifre e in un’occasione addirittura a tre cifre. Nell’ambito delle assunzioni, è interessante osservare che, mentre hanno chiuso in rosso tutti i tipi di rapporti contrattuali a termine, un evidente segno di crescita ha caratterizzato le assunzioni a tempo indeterminato (+24,1 per cento) che hanno riguardato però solo un quinto della platea complessiva.

Covid, sulle mascherine
nei luoghi di lavoro raggiunta
soluzione equilibrata

È stata raggiunta l’intesa tra le parti sociali sull’aggiornamento dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro nel settore privato per il contrasto alla diffusione del Covid. Su invito del Governo il confronto tra le parti sociali ha rinnovato gli accordi precedenti.

In particolare è stata definita una soluzione equilibrata e improntata alla chiarezza sull’utilizzo dei dispositivi di protezione. Le mascherine tipo FFP2 rimangono un presidio importante per la tutela della salute ma sono obbligatorie solo dove specificato dalla normativa. Inoltre il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili.

Taxi,
apprezziamo le aperture
del Governo

CNA Fita Taxi insieme a Confartigianato Taxi e Sna Casartigiani Taxi esprime grande apprezzamento per le aperture del viceministro Teresa Bellanova alle istanze della categoria manifestate nel corso dell’incontro con le sigle di rappresentanza del settore. In particolare, per la volontà di riscrivere quasi compiutamente l’articolo 10 del Ddl Concorrenza.

La disponibilità del viceministro Bellanova a redigere un nuovo testo di questo articolo permetterebbe, infatti, di: rafforzare la tutela degli utenti; irrobustire la funzione integrativa e complementare degli autoservizi pubblici non di linea rispetto al Trasporto pubblico locale con l’obiettivo di creare nuove opportunità per gli operatori; mantenere la distinzione tra taxi e Ncc rispetto all’utenza di riferimento; introdurre una disciplina specifica delle attività delle piattaforme elettroniche; rinforzare le misure di prevenzione e contrasto dell’esercizio abusivo, anche tramite l’attuazione del Registro nazionale degli operatori e l’introduzione di targhe professionali; garantire la formazione professionale degli autisti e promuovere lo svolgimento dell’attività in forma associativa o cooperativa.

CNA Fita Taxi, insieme a Confartigianato Taxi e Sna Casartigiani Taxi, auspica, pertanto, che arrivi al più presto una nuova convocazione dal Governo per dare seguito e concretezza alle aperture del viceministro Bellanova e per ridisegnare in maniera convinta il settore del trasporto pubblico non di linea.

Assegnati i premi
de ‘La Chioma
di Berenice’

Si è tenuta lunedì 11 luglio, presso il Teatro 1 degli studi Cinematografici di Cinecittà a Roma, la XXIII edizione del Premio Internazionale Cinearti ‘La Chioma di Berenice’, promosso da CNA Benessere e Sanità e CNA Cinema e Audiovisivo e dedicato alla valorizzazione dell’opera dei maestri artigiani del cinema italiano.
Alla cerimonia di consegna presenti il presidente nazionale di CNA Dario Costantini, i presidenti di CNA Benessere e Sanità Massimiliano Peri e CNA Cinema e Audiovisivo Gianluca Curti, il presidente del Premio, Graziella Pera, il direttore artistico, Antonio Flamini, e molte personalità del cinema, della cultura e delle istituzioni, tra le quali il Senatore Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione cultura del Senato.
Nell’intervento di saluto, Costantini ha sottolineato che “non va mai data per scontata la vostra arte. Frutto di sacrifici, di formazione, di fantasia ed intelligenza” e non va mai data per scontata “l’importanza delle vostre mani e di quello che le vostre mani hanno fatto per renderci orgogliosi del nostro paese nel mondo. La CNA sarà sempre al vostro fianco, grata ed orgogliosa di voi”.
Alla serata, condotta da Carolina Rey e Roberto Ciufoli, hanno partecipato i membri di giuria, presieduta da Gianni Quaranta, e tutte le maestranze e gli artisti premiati.
Sono stati consegnati anche i premi alla carriera per Ninetto Davoli, Nancy Brilli, Pupi e Antonio Avati.
La premiazione è stata anche l’occasione per ricordare gli artisti che hanno reso grande il cinema italiano: Monica Vitti, Pier Paolo Pasolini, Carlo Lizzani e Mauro Bolognini, Adolfo Celi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi.

Formazione professionale,
Aricò: “Altri 12 milioni per i progetti
dell’Avviso 8”

La Regione mette a disposizione ulteriori dodici milioni di euro per finanziare altri ventuno progetti di formazione professionale mirati al rafforzamento dell’occupabilità in Sicilia. La nuova graduatoria dell’Avviso 8, che sarà pubblicata venerdì 17 giugno, autorizza così un totale di 156 progetti proposti da circa 50 enti e finanziati con 136 milioni di euro dal Fondo sociale europeo. «È un provvedimento molto atteso- evidenzia l’assessore regionale alla Formazione professionale Alessandro Aricò- attraverso il quale si risponde positivamente alle istanze del territorio con un cospicuo finanziamento. Diamo una boccata d’ossigeno a un settore fortemente penalizzato dalla pandemia e che intende investire nella ripresa e nella crescita del nostro tessuto produttivo».

La graduatoria definitiva
«Attraverso l’Avviso 8, la Regione Siciliana- prosegue il componente del governo Musumeci- si propone di fornire ai giovani nuove e più moderne competenze professionali e concrete possibilità di inserimento occupazionale, grazie a percorsi formativi promossi in sinergia con gli enti tradizionalmente preposti». La definizione della graduatoria rimodula nuove risorse per oltre 12 milioni di euro che rendono possibile il finanziamento di ulteriori 21 progetti proposti da 16 enti di formazione. La graduatoria definitiva sarà pubblicata sul sito del dipartimento della Formazione professionale.

da livesicilia.it

Formazione,
gli enti contro il rischio di oligopolio
nel settore.

PALERMO – “Queste organizzazioni datoriali, che congiuntamente rappresentano oltre il 90% delle strutture impegnate nel settore dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale in Sicilia, ritengono che il tavolo di programmazione dei percorsi destinati ai giovani minorenni siciliani abbia solo parzialmente affrontato le questioni che riguardano l’imprescindibile necessità di riordinare il sistema della istruzione e formazione professionale in Sicilia (IeFP). Un settore, molto delicato che offre concrete opportunità ai nostri giovani, preparandoli ad affrontare il futuro attraverso l’acquisizione di mestieri spendibili nel mondo del lavoro”. È questa la posizione espressa dai rappresentanti degli enti di formazione riuniti sotto le sigle Anfop Sicilia. Forma Sicilia, Federterziario Scuola, Forma.Re e Asef, all’esito del tavolo convocato dall’assessore alla Formazione professionale Alessandro Aricò ieri primo luglio.
“Queste organizzazioni – prosegue la nota dei datoriali – hanno anzitempo rappresentato la questione all’odierno assessore attraverso un documento volto trovare opportune soluzioni atte a colmare le sperequazioni ad oggi presenti nell’ambito dell’offerta formativa regionale. Un sistema che attualmente vede concentrato il finanziamento dell’offerta formativa in capo a pochissimi soggetti in grado di influenzare la tipologia dell’offerta stessa, i profili professionali e le modalità di gestione delle commesse”.
I datoriali spiegano qual è il cuore del problema. “Il rischio che il sostanziale regime di oligopolio si trasformi in abuso di posizione dominante, da parte di taluni Enti di formazione – spiegano -, non solo mina l’interesse generale, ovvero quello di offrire agli studenti la massima pluralità nell’offerta formativa, a garanzia della qualità e diversificazione della stessa, ma evita inoltre che un pubblico servizio, come l’istruzione, diventi un vero e proprio business.
“L’abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante – ricordano d’altronde le sigle di rappresentanti degli enti – all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, per la legge italiana è considerato atto vietato. Tale principio è stabilito non solo da diverse direttive europee in materia ma anche dalla legge regionale sulla formazione professionale secondo cui la Regione deve ‘applicare i principi di parità di trattamento, di trasparenza, di proporzionalità, di mutuo riconoscimento nella selezione degli enti attuatori e la relativa assegnazione dei finanziamenti’. Riteniamo, quindi, che l’abuso di posizione dominante è pericoloso perché assegna a pochi un potere economico e politico che trasforma il settore in un oligopolio.
“Rimaniamo disponibili ancora al confronto – spiegano gli enti di formazione – ma non accettiamo che un’associazione di categoria minacci il ricorso amministrativo per favorire un sistema oligarchico. Noi, per cultura, siamo per la più ampia partecipazione al sistema di istruzione pubblica. Siamo consci che la legge vieta tutto ciò attraverso un sistema atto a evitare il precostituirsi di una posizione dominante, siamo disponibili ad adire le vie legali – concludono -per salvaguardare un settore importante della formazione professionale.

da livesicilia.it

Nuovi fondi dalla Regione
per la formazione professionale,
altri 12 milioni per l’Avviso 8.

La Regione mette a disposizione ulteriori 12 milioni di euro per finanziare altri ventuno progetti legati all’Avviso 8 di formazione professionale mirati al rafforzamento dell’occupabilità in Sicilia. La nuova graduatoria, che sarà pubblicata domani, martedì 17 giugno, autorizza così un totale di 156 progetti proposti da circa 50 enti e finanziati con 136 milioni di euro dal Fondo sociale europeo.
“È un provvedimento molto atteso – evidenzia l’assessore regionale alla Formazione professionale Alessandro Aricò – attraverso il quale si risponde positivamente alle istanze del territorio con un cospicuo finanziamento. Diamo una boccata d’ossigeno a un settore fortemente penalizzato dalla pandemia e che intende investire nella ripresa e nella crescita del nostro tessuto produttivo. Attraverso l’Avviso 8, la Regione Siciliana – prosegue il componente del governo Musumeci – si propone di fornire ai giovani nuove e più moderne competenze professionali e concrete possibilità di inserimento occupazionale, grazie a percorsi formativi promossi in sinergia con gli enti tradizionalmente preposti”.
La rimodulazione
La definizione della graduatoria rimodula nuove risorse per oltre 12 milioni di euro che rendono possibile il finanziamento di ulteriori 21 progetti proposti da 16 enti di formazione. La graduatoria definitiva sarà pubblicata sul sito del dipartimento della Formazione professionale.
Progetti per circa 120 milioni di euro
Ad oggi, gli enti di formazione professionale hanno presentato progetti per un finanziamento totale di circa 120 milioni di euro. In provincia di Agrigento sono stati avviati con questa misura 111 corsi, 40 nel territorio provinciale di Caltanissetta, 215 nel Catanese, 61 nell’area di Enna, 178 in provincia di Messina, 357 nel Palermitano, 42 nel territorio di Ragusa, 43 a Siracusa e 117 nel Trapanese. Parliamo di un totale di 1.164 corsi che, da settembre, accoglieranno tanti giovani siciliani. Si prevede il coinvolgimento di circa 15 allievi per classe, con una potenziale platea di oltre 17 mila siciliani. Un’occasione per l’acquisizione di competenze e qualifiche utili all’inserimento nel mercato di lavoro anche per tanti neet, soggetti che non studiano e non sono impegnati in attività lavorative e che in Sicilia alimentano ancora alte percentuali.

da blogsicilia.it